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La Lucania
Cristo si è fermato a Eboli
Gli attori lucani nel Film "Cristo si è fermato a Eboli".
Chi sono tra le molte comparse, gli attori lucani nel Film "Cristo si è fermato a Eboli" di Levi:
Rocco Sisto di Pisticci nel ruolo di un pastore di capre dai lunghi baffi bianchi.
Giuseppe Albino di Pisticci, il banditore necroforo, " u' jettabann' ".
Giovanni Montanaro di Pisticci, morto in una masseria, invano curato da Levi.
Giuseppe Persia nel ruolo di l'esattore delle imposte, con il berretto "U.E.".
Carmelo Lauria nel ruolo di Carmelino, figlio di Giulia la "Santarcangelese".
Le riprese sono state girate a Matera, Pisticci (l'antica stazione di pozzitello), Aliano (dove si svolge il romanzo originale) e Guardia Perticara (scene della piazza, della casa del Podestà e della chiesa), moltissime scene in realtà sono state girate a Craco, un paese disabitato della Basilicata (panoramiche esterne ed ingresso del paese).
Cristo si è fermato a Eboli è un film di Francesco Rosi, girato in Basilicata nel 1979 e tratto dall'omonimo libro di Carlo Levi e interpretato da Gian Maria Volonté, Regia di Francesco Rosi.Premiazioni:
David di donatello 1979: miglior regia - miglior film
Nastri dargento 1979: miglior attrice non protagonista (Lea Massari)
1982 - miglior film straniero british academy of film and television arts awards
1979 - gran premio festival di Mosca.
TRAMA
Nel 1935, il medico-pittore e scrittore antifascista di Torino Carlo Levi, viene condannato dalla dittatura fascista al confino in un paesino della Lucania, scortato da due carabinieri, scende dal treno alla stazione di Eboli: "Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l'anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia". Il viaggio prosegue in pullman e quindi in automobile. Raggiunto Gagliano, Carlo inizia a fare piccole passeggiate giornaliere in compagnia del cane Barone e lentamente entra in contatto con la popolazione che finisce per imporre, tanto a lui quanto al podestà fascista, di esercitare la professione di medico. Allinizio gli sembra di essere come sepolto vivo, poi lentamente, quasi impercettibilmente, comincia a interessarsi al luogo e ad amare la gente che ci vive: il goffo podestà, la sua fantesca-maga, il prete, il barone. La sorella Luisa lo raggiunge e Carlo si trasferisce con lei in una casa dove la domestica Giulia si dedica a loro. Carlo comincia così a dedicarsi alla pittura, scambia qualche parola con gli abitanti, con il podestà, con il misterioso Don Trajella. La conquista dell'Abissinia gli riconsegna la libertà. Tornato a Torino carico di ricordi, Carlo scriverà un libro per ricordare questa esperienza.
CRITICA
"La complessità di questo film non tanto nelle forme espressive adottate da Francesco Rosi per rendere le reazioni interiori del protagonista a contatto con una realtà ancestrale di cui non aveva mai neppure immaginato l'esistenza, quanto nella esteriorità ed interiorità di questo mondo desolato, immobile, apparentemente atono e disperato ma non privo di luminosità insospettabili: la vita dei contadini legata al fluire dei ritmi della natura, la religione vissuta spesso come superstizione, la magia venerata al posto di una scienza non conosciuta o male presentata, le necessità vitali a provocare le emigrazioni e i lucani naturali a determinare vacue nostalgie o fallaci ritorni, il senso di emarginazione rispetto all'altra Italia in cammino su strade di falsi imperialismi o avviata a sviluppi non adottabili, la tragica percezione di un fenomeno di dissoluzione della terra e della vita insieme. Come sempre, in casi analoghi, la critica può essere fatta con severi raffronti all'opera letteraria che ha dato origine al soggetto o con paragoni ad opere analogamente impostate su realtà corali viste socialmente, etnicamente, politicamente, moralmente (e in questo caso 'L'albero degli zoccoli' e 'La terra trema' sono i titoli che per primi si impongono). Ma il film è quello che è: forte, sobrio, impressionante, eloquente, ben interpretato e ben diretto. Le critiche comparative, come certe analisi pignole ne sminuirebbero la portata di documento appassionante, purtroppo ancora di attualità, tutto da meditare." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 87, 1979)
Attori del Film:
Gian Maria Volonté nel ruolo di Carlo Levi
Paolo Bonacelli nel ruolo di Don Luigino Malagone, il podestà
Alain Cuny nel ruolo di Barone Nicola Rotunno
Lea Massari nel ruolo di Luisa Levi, sorella di Carlo
François Simon nel ruolo di Don Trajella
Irene Papas nel ruolo di Giulia Venere, la "Santarcangelese".
Rocco Sisto nel ruolo di un pastore dai baffi bianchi
Luigi Infantino nel ruolo di Faccialorda, l'autista
Accursio Di Leo nel ruolo di Falegname
Francesco Càllari nel ruolo di Dr. Gibilisco
Vincenzo Vitale nel ruolo di Dottor Milillo
Carmelo Lauria nel ruolo di Carmelino, figlio di Giulia la "Santarcangelese".
Antonio Allocca nel ruolo di Don Cosimino
Vincenzo Licata nel ruolo di L'italo-americano
Emma Muzzi Loffredo nel ruolo di Madonia Carmela, la mafiosa al confino
Francesco Palumbo nel ruolo di L'autista
Giuseppe Persia nel ruolo di L'esattore delle imposte
Stavros Tornes nel ruolo di Il segretario del sindaco
Giacomo Giardina nel ruolo di Il becchino
Francesco Capotorto nel ruolo di Prigioniero comunista
Maria Antonia Capotorto nel ruolo di Donna Caterina
Lidia Bavusi nel ruolo di La vedova
Pasquale Tartaro nel ruolo di Carabiniere
Tommy Polgár nel ruolo di Sanaporcelle Tommaso Polgár
Antonio Jodice nel ruolo di Carabiniere
Antonio Di Leva nel ruolo di Italo americano
Frank Raviele nel ruolo di Brigadiere dei Carabinieri
Brevi sequenze del Film:
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"Cristo si e' fermato a Eboli". Movie sequence - Arrivo in Lucania.
"Cristo si e' fermato a Eboli". Movie sequence - Arrivo in Lucania.
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Carmelo Lauria nel ruolo di Carmelino, figlio di Giulia la "Santarcangelese".
Video: Carlo Levi Giulia la Santarcangelese
Giulia la "Santarcangelese".
Alta e formosa, con un vitino sottile come quello di un' anfora, tra il petto e i fianchi robusti. Doveva aver avuto, nella sua gioventu', una specie di barbara e solenne bellezza. Il viso era ormai rugoso per gli anni e giallo per la malaria. Sul grande corpo imponente, diritto, spirante una forza animalesca, si ergeva, coperta dal velo, una testa piccola, dall' ovale allungato. La fronte era alta e diritta, mezza coperta da una ciocca di capelli nerissimi e unti; gli occhi a mandorla, neri e opachi, avevano il bianco venato di azzurro e di bruno, come quello dei cani. Il naso era lungo e sottile, un po' arcuato; la bocca larga, dalle labbra sottili e pallide, con una piega amara, si apriva per un riso cattivo a mostrare due file di denti bianchissimi, potenti come quelli di un lupo Giulia aveva avuto 17 gravidanze da 15 uomini diversi, compreso il parroco, per questo nel paesino di Aliano veniva indicata come la "Santarcangelese" (nativa di Santarcangelo, in provincia di Potenza in Lucania), appellativo cui veniva dato un significato negativo. Lei era l'aliena, quella che era venuta da un altro posto a portare il germe del male. Lei era la strega, quella che volava sulla scopa. Insomma niente di nuovo sotto al sole ... l'"altro", il "diverso", e' sempre quello che porta il male L' autore del quadro nonche' del ritratto letterario di Giulia, e' Carlo Levi, autore del libro "Cristo si e' fermato a Eboli". Nel Videoclip vedete un breve filmato di "Cristo si e' fermato a Eboli", Film di Francesco Rosi del 1979. La famosa attrice Irene Papas interpreta Giulia, la Santarcangelese.
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Giuseppe Persia nel ruolo di l'esattore delle imposte, con il berretto "U.E.".
Giuseppe Persia nel ruolo di l'esattore delle imposte, con il berretto "U.E.".
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Rocco Sisto di Pisticci nel ruolo di un pastore di capre dai lunghi baffi bianchi.
Rocco Sisto di Pisticci nel ruolo di un pastore di capre dai lunghi baffi bianchi.
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Giuseppe Albino di Pisticci, il banditore necroforo, " u' jettabann' ".
Giuseppe Albino di Pisticci, il banditore necroforo, " u' jettabann' ".